Star bene a scuola: gentilezza e armonia. Strategie didattiche

“Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”.

E’ una frase che ripete spesso August Pullman, detto Auggie, il bambino protagonista del film “Wonder” affetto da una grave patologia congenita.

Auggie usa l’arma della gentilezza e con questa sbaraglia le sue fatiche, diventando irresistibile e spandendo  armonia sulla cattiveria di tutti quelli che tentano di ferirlo.

Un film che tutti i bambini dovrebbero vedere. Perché tra le varie strade che può percorrere un insegnante,  l’educazione alla gentilezza rappresenta una via maestra lungo la quale disseminare  atti di cortesia incondizionati, capaci di creare  rapporti autentici, alla pari, inclusivi. L’insegnante  – e più in generale l’adulto –  deve credere nel potere della gentilezza come arma contro l’astio, la discriminazione, il rifiuto. L’educazione affettiva dei bambini deve essere un obiettivo prioritario.

Come può fare l’insegnante per raggiungerlo?

Le strategie sono molteplici e si sostanziano nell’ascolto , nello stimolo all’aiuto reciproco, nella valorizzazione dei sentimenti, nell’accoglienza gratuita , nella pazienza. E’ un lavoro che non emerge in modo esplicito ma  che fa parte del curricolo latente che sottende la didattica .

Le metodologie quali cicle time, peer to peer, apprendimento cooperativo risultano molto efficaci e permettono di potenziare l’empatia educando alla tolleranza, alla condivisione e  al rispetto delle idee di ciascuno.

Avviare alla gentilezza si può fare anche attraverso l’esempio. Bisogna porre un’attenzione speciale alle parole che usiamo con i bambini perché la capacità di empatia dell’insegnante si diffonde per contagio.

Personalmente, tutte le  mattine passo  al banco di ogni alunno, prendo le sue mani, lo guardo negli occhi e gli dico frasi tipo “   vederti mi fa felice”, “ grazie del tuo bel sorriso”, “il tuo cerchietto è bellissimo”, “ i tuoi occhi sembrano un pezzetto di cielo”, “ hai la faccia stanca, stai bene?”.

Spesso  li ringrazio per l’affetto e le soddisfazioni che mi regalano. Sono parole che non devono solo essere pensate ma vanno dette, affinché possano essere ascoltate.

E poi li sollecito a darsi carezze di parole, a tenersi per mano,  ad abbracciarsi …

E’ così che in classe si sviluppa l’armonia. Una sensazione che l’enciclopedia Treccani descrive così:

armonìa s. f. [dal lat. harmonĭa, gr. ἁρμονία, affine a ἁρμόζω «comporre, accordare»]. – 1. a. Consonanza di voci o di strumenti; combinazione di accordi, cioè di suoni simultanei che produce un’impressione piacevole all’orecchio e all’animo

 

Cliccando sull’immagine troverete attività sulla gentilezza da svolgere in classe, pubblicate sul blog Raffaello Scuola

 

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