Inizia la scuola: un abbraccio per le maestre

Care colleghe, cari colleghi

il primo settembre è passato e ormai siamo nel pieno del vortice che ci trasporterà fino all’apertura delle scuole.

Questo è sempre un periodo bellissimo: si ritrovano i colleghi, si preparano lavori, si ipotizzano progetti, si allestiscono le aule, si pubblicano su Facebook le trovate originali che ognuna di noi inventa per l’accoglienza. Perché, inutile dirlo, le maestre sono sempre un po’ artiste: disegnano, creano, scrivono poesie e filastrocche apposta per i loro alunni, si scambiano consigli e creatività.

Sono sempre giorni di grande fermento, giorni in cui si gettano le basi di quello che sarà il nuovo anno.

Quest’anno ahimè ha un sapore diverso. C’è molta ansia in circolazione insieme alla sensazione di stare sulle sabbie mobili. Ci sono direttive generali, ci sono i protocolli di sicurezza ma la gestione quotidiana dell’attività didattica resta nelle mani delle/degli insegnanti.

Quanti quaderni potranno utilizzare i bambini? Dove li potranno tenere? Come faremo per correggere i loro lavori? Utilizzeremo i guanti maneggiando i loro materiali? I libri, resteranno a scuola o viaggeranno avanti e indietro? E se cade la penna a terra? E se perdono la mascherina o cade dal banco? Durante l’intervallo, dove riporranno la mascherina? Se le maestre non possono sedersi vicino ai bambini, chi aiuterà i più “fragili” se nemmeno i loro compagni potranno dar loro una mano come fanno sempre? I primini, come faremo a tenerli nei banchi? Come faremo a dare loro l’attenzione delicata che meritano?E se piangono, se tentano di scappare per tornare dalla mamma, se avranno paura, chi li abbraccerà? E i libri della biblioteca? Ma l’aula computer, potremo utilizzarla? Come si farà a fare l’intervallo “distanziati”? E se un bambino tossisce ma non ha la febbre? E se i genitori non ce la raccontano giusta? E poi, quanti campetti da calcio o palestre di danza frequenteranno “liberamente” i nostri alunni senza che noi lo sappiamo? E se si ammala il figlio della maestra? Se la maestra ha il raffreddore?

Siamo una comunità di professioniste e professionisti, ci accingiamo a un compito importante: rassicurare i nostri alunni, offrendo loro un ambiente il più possibile sereno.

Ma siamo anche umane/i. E’ normale che ci sentiamo un po’ fragili e un po’ soli. Il momento è molto faticoso e ricco di inquietudini.

Racchiudiamoci tutti in un grande abbraccio e sorreggiamoci a vicenda.

Faremo del nostro meglio, come sempre. Andrà tutto bene.

Buona scuola a tutti voi, a tutti noi

Racchiudiamoci in un abbraccio collettivo, care maestre e cari maestri, sorreggiamoci a vicenda e se nessuno pubblicamente ci pensa, se nessuno si rende conto della nostra fatica, se l’unico pensiero che ha l’opinione pubblica è quello di insegnanti sfaccendati che non vogliono tornare a scuola,

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