Di Donne e di DaD

Insegno da anni e da anni registro nella scuola Primaria un dato che si ripete sempre uguale: ad occuparsi dei rapporti con la scuola sono quasi sempre le donne.

Come genitrice ho sperimentato di persona le lunghe attese davanti alla porta della maestra di turno, chiacchierando di che cosa? Ma naturalmente di figli, di compiti, di problemi delle creature, di amicizie in classe, di compleanni da organizzare… mentre mio marito, uno dei pochissimi uomini presenti, attendeva il turno cercando di mimetizzarsi con il primo pilastro disponibile. Perché sì, diciamocelo, i maschi nella relazione con la scuola latitano. Sparo un’ipotesi sul perché, sperando sia peregrina. Forse gli uomini relegano la questione a “evento minore”, una roba affettiva, poco interessante, una chiacchierata tra donne, insomma, qualcosa che non ha il peso sufficiente per motivare la richiesta di un permesso dal lavoro. E dunque “delegano” le compagne. Loro sì che devono chiedere il permesso per i colloqui con le maestre, che diamine ( anche perché è probabile che il loro lavoro venga ovviamente considerato di minore importanza) !

Come maestra, in tutti questi anni ho incontrato quasi esclusivamente mamme. Come maestra, ho visto figli seguiti quasi esclusivamente dalle mamme.

Le mamme ( o le nonne) aiutano nei compiti, fanno ripetere la lezione, si preoccupano, chiedono, si informano ( e a volte trabordano …). E non importa se questa attività di controllo/affiancamento avviene al rientro dal lavoro ( che le mamme, per statuto, sono meno stanche dei papà…) o mentre puliscono la cameretta o cucinano il pollo o tentano di sedare i pianti del fratellino piccolo . Sempre di mamme si tratta, o di nonne se le mamme non ce la fanno.

Tutto questo si è puntualmente riprodotto in modalità Dad .Ancora una volta le donne si sono reinventate, affiancando i loro bambini in un momento davvero faticoso e, in alcune circostanze, anche doloroso. Sono per la maggior parte mamme quelle che hanno tenuto d’occhio le mail delle maestre, caricato compiti, fotografato disegni, registrato poesie, controllato i bambini durante le lezioni on line affinché tutto funzionasse bene. Sono loro che hanno suggerito durante le eventuali interrogazioni ( e questa cosa mi fa davvero tenerezza, anche io sicuramente non avrei resistito…). La maggior parte dei papà ( non tutti, ovviamente) probabilmente aveva cose più “importanti” da fare, oppure, anche in questo caso, ha ritenuto che questo fosse un compito “da donne”.

Da anni porto avanti la battaglia per coinvolgere maggiormente i padri nel rapporto con la scuola, chiedendo alle mamme di provare a fare un passo indietro, almeno ogni tanto, anche se questo può costare loro fatica, perché si sa, un po’ noi donne siamo convinte che certe cose “è meglio se le facciamo noi”. Essere coinvolti significa trasmettere un messaggio significativo: “la scuola è importante. Per questo scelgo di dedicarti una parte del mio tempo, mentre leggi o studi o fai i compiti, o ascolto la maestra che mi parla di te”. Ma significa anche condividere le emozioni bellissime che si generano quando i figli “crescono” nel sapere.

Tra i giovani padri qualcosa si sta muovendo. Speriamo.

Intanto viva le donne , le mamme, le nonne, le maestre che hanno tenuto in piedi il sistema scuola Primaria in questi lunghi mesi.

DaD: Donne alleanza Digitale. Un bel grazie a tutte noi.

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