Abbandonare la penna per la tastiera fa male al cervello
Questo articolo di qualche tempo fa, firmato dalla prof. Reffieuna*, di cui ho seguito vari corsi, sintetizza le motivazioni che mi hanno condotto a mirare l’attività, in modo più sistematico, sul corsivo.
Non credo che le competenze straordinarie e nuove che i nativi digitali mettono oggi in atto per adeguarsi alla realtà nella quale sono inseriti, debbano necessariamente sostituirsi ad abilità che, come dice la prof. Reffieuna, investono sfere di sviluppo differenti. Inoltre, in un’epoca di disorientamento e di regole sfumate, credo sia positivo per i bambini poter seguire indicazioni precise e definite, che, in contesti ben determinati, possono diventare anche rassicuranti.
Ho fatto sperimentare ai bambini i gesti utili, sia nell’aria, sia dentro a materiali come la farina o la sabbia. Ho lavorato e lavoro, sulla ginnastica della mano e delle dita. Ho utilizzato attività di prescrittura e di coloritura ( le classiche) ma, soprattutto , ho condotto gli alunni, iniziando dalla data, a riprodurre una lettera per volta, curando in modo specifico la direzione del gesto e gli agganci tra le lettere ( che io chiamo “manine”). Entrambi questi aspetti sono FONDAMENTALI per l’implementazione di una bella scrittura. Una lettera scritta al contrario ( dal basso verso l’alto anziché il contrario, in senso orario anziché antiorario ad esempio) impedisce l’aggancio corretto tra i grafemi. Insisto molto sulle “schiene dritte”, cioè sulle lettere come la L , la T, la F .. che devono seguire una linea dritta se non vogliono diventare dei segni incomprensibili. Le A, le O, le D, le Q … devono avere come base una palla tonda. La dimensione deve essere la stessa per tutti i grafemi che devono appoggiare sulla riga ( io dico che altrimenti cadono o volano). Dalla data siamo passati a scrivere il titolo, i nomi dei bambini e così via. Sempre UNA LETTERA PER VOLTA, un aggancio alla volta. Ai bambini che presentano difficoltà tengo la mano e chiedo ai genitori di fare altrettanto. Per i bambini potenzialmente disgrafici è FONDAMENTALE, in questo modo apprendono la direzione corretta, gli agganci tra le lettere, la dimensione …
Ogni tanto faccio un breve dettato di BELLA SCRITTURA ( poche parole, una frase…). I bambini si divertono tanto e molti mi dicono di trovare l’esercizio rilassante. Ora che sono diventati più abili, riprendo spesso i concetti e scriviamo la data o il titolo insieme, affinché non dimentichino quanto appreso.
Utilizzo per i compiti a casa un quaderno con le righe di seconda. I bambini potenzialmente disgrafici lo utilizzano anche in classe. E’ mia intenzione portare tutti a scrivere sulle righe di seconda al più presto.
Allego, per chi me l’ha chiesto, il PDF del concorso e una scheda di esercizi
*(Antonella Reffieuna , dirigente scolastico e docente nel corso di Dottorato presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Torino, di cui è stata anche docente. Fa parte di numerose società scientifiche internazionali (American Educational Research Association, American Psychological Association, International Mind Brain and Education Society …)